Autore: Luca Serafini, Marco Serafini Tratto da un report pubblicato su Planet Mountain e un'articoletto dal portale della Valle Brembana Settembre 2021 Luca e Marco raccontano la scoperta della parete Nord del Cuminello e l'apertura della via Cacciatori di Gemme
Nuove vie sullo Scudo della val Venina
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Prima salita 04 Luglio 2020 - M. e L. Serafini, H. e S. Cantù, S. e
G. Verderio
Difficoltà: IV/ IV+; R4 parzialmente attrezzate, necessari chiodi a lama e martello
NOTA: L'arrampicata sullo scudo è arricchita dalla difficoltà
di protezione. Chiediamo ai futuri frequentatori di non spittare
questa piccola parete, che merita l'approccio alpinistico scelto dai
primi salitori.
Lo Scudo del Venina è formato da un filone di GCCS (Gneiss Chiaro
del Corno Stella, o gneiss leucocratico) che emerge di traverso in
Val Venina, sbarrandone il corso proprio al di sotto della conca
glaciale sommitale, quella che ospita la miniera di siderite con il
forno fusorio tuttora presente. Una piccola Val Masino in terra
Orobica; una liscia placconata gneissica larga circa 150 metri e
alta circa 130 metri, che si erge come uno scudo granitico in Val
Venina. Arrampicata di grande soddisfazione, su gradi non
esageratamente alti (la placca ofrre più appigli di quanto si possa
pensare alla base) ma di difficile protezione, con run-out che
possono superare i 10 metri.
Le due vie risalgono lo Scudo nella sua parte centrale, compatta e
apparentemente insuperabile, avara di fessure non-cieche e levigata
in forma di rocce montonate dalla paziente e determinata azione
dell’antico ghiacciao del Venina. Varie altre possibilità sono
offerte dallo Scudo, a destra un grande ed estetico diedro, a
sinistra un tetto a semicerchio sovrastato da diedri e placche più
articolate. Ma certamente il settore centrale è il più impattante
dal punto di vista estetico, richiamando l’attenzione del viandante
anche da chilometri di distanza, come dalla casa dei custodi della
diga del Lago Venina. Impressionanti per la compattezza della roccia
il primo tiro di “Walk on Venina’s Wild Side” ed il secondo tiro
della “Walk on Venina’s Right Side”: decine e decine di metri di
arrampicata senza la minima discontinuità/frattura del muro
roccioso, che appare al salitore come un blocco monolitico generato
da fusione magmatica. Insomma una polenta gneissica ben cotta, alla
bergamasca!
Avvicinamento
Da Ambria (1325m, raggiungibile in auto dopo aver comprato
apposito permesso di transito al bar di fronte al Municipio di
Piateda) si segue il sentiero-mulattiera per la diga del Venina,
percorrendo le famose Scale del Venina (qui scendevano fino al
secolo scorso con le slitte trasportando i lingotti di ghisa
pre-lavorati al forno fusorio posto a circa 2200m di quota appena
sopra lo Scudo), da cui si percorre la stradina che costeggia il
lago sul versante est (destra idrografica) fino alla casera posta
all’affluenza dell’immissario. Continuare per la stradina che risale
la valle in leggera pendenza sul versante sinix idrografico fino ad
un guado del torrente, da cui si passa sul lato destro idrografico
ormai in prossimità del baitone situato a 2017m di quota, a poche
decine di metri dalla base dello Scudo: calcolare circa 2 ore e 30’
da Ambria.
Relazioni Tecniche
Via “Walk on Venina’s Wild Side”
M. e L. Serafini, S. e H. Cantù, G. e
S. Verderio
L1: Attaccare sotto la verticale del primo chiodo ad anello,
posto in una fessurina a circa 6 metri da terra. Risalire la
placca direttamente, guadagnando una sottile cornice posta a
circa 5-6 metri sopra il primo chiodo (secondo chiodo), da cui
si continua in linea pressochè retta, negoziando con
spostamenti alternati dx-sinix le varie fessurine presenti,
sino a guadagnare il bordo del primo salto della placconata,
da cui si perviene alla sosta (S1 2chf, 45m, V-, 4ch)
L2: Si tende leggermente a sinistra a prendere una fessura
che solca la placconata, poi si supera direttamente il sistema
di placche ed un muretto terminale che permette di guadagnare
un comodo terrazzo concavo (S2 2chf, 60m, III+, 3ch)
L3: Con facile risalita si percorrono gli articolati scivoli
sommitali fino all’omino di vetta (S3 spuntone, 60m, II)
Via “Walk on Venina’s Right Side”
M. Serafini e H. Cantù
L1: Attaccare circa 10 metri a sinix del grande diedro, in
corrispondenza di un blocco appoggiato alla parete. Si risale
la placca direttamente puntando al muretto verticale
terminale, che si supera verso sinistra (S1 2chf, 35m, IV/IV+)
L2: Si prosegue seguendo la placca più compatta che disegna
una schiena nel bel mezzo della parete. Raggiunta la cornice
sommitale, ci si sposta sulla destra per prendere un
divertente sistema di fessure che porta alla sosta (S2 chiodi, 60m, IV/IV+)
Via “Terrazzo Fiorito”
M. Serafini, H. Cantù, S. Binotto
L1: Salire su placca in direzione del grande corno di pietra e rimontarlo con passo atletico per arrivare ad un comodo terrazzino fiorito. Continuare sulla verticale fino a guadagnare la placca aperta soprastante, più facile, ma difficile da proteggere. Cercare la sosta qualche metro a destra di un muretto nerastro (S1 2chf, 50m, V poi IV, 3ch)
L2: Salire senza percorso obbligato su belle placche compatte, poi traversare verso sinistra per sostare sotto la grande gobba nerastra al margine destro dello Scudo (S2 1chf, 55m, III+)
L3: Risalire la gobba in diagonale verso destra, seguendo la linea più rotta, quindi continuare sulla verticale per gli ultimi metri di placca molto compatta (aggirabile sulla destra, ma molto divertente). Continuare oltre la cima della gobba per sostare sulla destra su masso appoggiato. (S3 masso, 40m, IV, V la placca finale)
Attacco di Wild Side
Aderenza!!
Per proteggere bisogna essere creativi
L'attacco è un su un comodo prato
Primo tiro di Wild
Primo tiro di Right
Secondo tiro di Right
La placca del secondo tiro di Right vista dal basso
Scendendo sul lato sinistro dello scudo, tra formazioni di
GNEISS
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