Grazie alla collaborazione con e il 26 Giugno 2022 comincia la creazione di una nuova area di arrampicata sportiva attorno alla Torre Dimenticata, un birillo di Verrucano nei pressi del Passo di San Marco (BG). Con l'apertura della via Re Mugo , sulla parete Sud della torre, riscopriamo questo angolo straordinario di Orobie, dimenticato da più di 35 anni. La prima storica via "Non Dimenticarmi" fu aperta da Gianni Gamba e Giovanni Cuter sulla parete Ovest. Dal terrazzo di vetta nasce l'idea di attrezzare le pareti che costeggiano la torre formando più settori di roccia incredibilmente sana. Grazie a Fabio Mazzoleni abbiamo una fantastica ripresa con drone della Torre Dimenticata e delle pareti circostanti! C'è tanto lavoro da fare! Oggi con Fabio Bizzoni , Davide Bonfanti , Mateo Prevedoni e Marco Serafini abbiamo messo i primi fix e attrezzato le prime soste. Due tiri da 40 metri con
Via Terrazzo Fiorito - Scudo della val Venina
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Prima salita 19 Giugno 2021 - M. Serafini, H. Cantù, S. Binotto
Difficoltà: V; R4 parzialmente attrezzata, necessari chiodi a
lama e martello
NOTA: L'arrampicata sullo scudo è arricchita dalla difficoltà di
protezione. Chiediamo ai futuri frequentatori di non spittare
questa piccola parete, che merita l'approccio alpinistico scelto
dai primi salitori.
Torniamo in questa bellissima valle per aprire un'altra linea sullo
Scudo. Obiettivo di questo giro erano i tetti a sinistra di "Walk on
Venina's Wild Side" e il diedro all'estrema destra della placca. Trovando
il diedro ancora bagnato e una bel accumulo di neve alla base della
parete, decidiamo di concentrarci sui tetti. La formazione di roccia è
abbastanza impressionante. Qui lo gneiss si è spaccato di netto formando
un muro strapiombante alto più di 2 metri. Cercando il punto di minore
resistenza troveremo un corno che sbuca dal muraglione formando un enorme
gradino terrazzato, tra le cui fessure crescono i fiori viola che danno il
nome alla via. Raggiungere questo terrazzino sarà il passo chiave; un
passaggio boulder da scoprire, piuttosto che forzare. E poi su per 80
metri di placca bellissima fino alla base del terzo tiro, dove ci portiamo
sotto ad un gnocco di gneiss alto 20m che sembra un brufolo cresciuto
sulla groppa dello Scudo. Il terzo tiro è bellissimo: più verticale, ma
molto appigliato, tutto proteggibile a friends fino ad una placchetta
compattissima dove si prende un bel respiro e si parte per 4 metri di
movimenti delicati, dimenticandosi l'ultima protezione. Una
chicca trad!
Lo Scudo del Venina è formato da un filone di GCCS (Gneiss Chiaro del Corno
Stella, o gneiss leucocratico) che emerge di traverso in Val Venina,
sbarrandone il corso proprio al di sotto della conca glaciale sommitale,
quella che ospita la miniera di siderite con il forno fusorio tuttora
presente. Una piccola Val Masino in terra Orobica; una liscia placconata
gneissica larga circa 150 metri e alta circa 130 metri, che si erge come uno
scudo granitico in Val Venina. Arrampicata di grande soddisfazione, su gradi
non esageratamente alti (la placca ofrre più appigli di quanto si possa
pensare alla base) ma di difficile protezione, con run-out che possono
superare i 10 metri.
Avvicinamento
Da Ambria (1325m, raggiungibile in auto dopo aver comprato apposito
permesso di transito al bar di fronte al Municipio di Piateda) si segue il
sentiero-mulattiera per la diga del Venina, percorrendo le famose Scale del
Venina (qui scendevano fino al secolo scorso con le slitte trasportando i
lingotti di ghisa pre-lavorati al forno fusorio posto a circa 2200m di quota
appena sopra lo Scudo), da cui si percorre la stradina che costeggia il lago
sul versante est (destra idrografica) fino alla casera posta all’affluenza
dell’immissario. Continuare per la stradina che risale la valle in leggera
pendenza sul versante sinix idrografico fino ad un guado del torrente, da
cui si passa sul lato destro idrografico ormai in prossimità del baitone
situato a 2017 m di quota, a poche decine di metri dalla base dello Scudo:
calcolare circa 2:30 da Ambria.
Relazione Tecnica
L1: Salire su placca in direzione del grande corno di pietra e
rimontarlo con passo atletico per arrivare ad un comodo terrazzino
fiorito. Continuare sulla verticale fino a guadagnare la placca aperta
soprastante, più facile, ma difficile da proteggere. Cercare la sosta
qualche metro a destra di un muretto nerastro (S1 2chf,
50m, V poi IV, 3ch)
L2: Salire senza percorso obbligato su belle placche compatte, poi
traversare verso sinistra per sostare sotto la grande gobba nerastra
al margine destro dello Scudo (S2 1chf, 55m, III+)
L3: Risalire la gobba in diagonale verso destra, seguendo la linea
più rotta, quindi continuare sulla verticale per gli ultimi metri di
placca molto compatta (aggirabile sulla destra, ma molto divertente).
Continuare oltre la cima della gobba per sostare sulla destra su masso
appoggiato. (S3 masso, 40m, IV, V la placca finale)
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